Orlon
Il paese delle Ombre non è un peso per me, ho vissuto a lungo assieme al dottor
Odine tra le trame di pastello delle linee temporali.
<< Odine, ho una confessione da farle.
<< Ja, io zapere: tu volere andare via.
<< Sì. - Ammisi, il suono rieccheggiava lontano, nei corridoi del Castello Sull'Orlo del
Tempo, la nostra Nave stellare.
<< L'umanità è ancora lontana, se tu folere, possiamo zostare un po'.
<< …Ho bisogno di sentire il respiro del mondo, sono diverso da lei, dottore.
<< Allora, guarda tu: quella linea di probabilità potrebbe essere utile per tracciare la
noztra prossima rotta. Scenderai giù e ztarai con le perzone, bene?
<< …
Vidi il dottore riprendere a studiare, rimuginando sui suoi appunti.
Come fa a essere così pieno di curiosità, da non sentire il bisogno altro che dei
suoi studi? - Mi chiesi.
Il giunto metallico della tuta che si avvolgeva su di me, mi fece trasalire leggermente:
<< Sono pronto - Sussurrai.
Avevo gli occhi pieni di nebbia opaca e il corpo stanco, non volevo partire, eppure
avevo bisogno, necessità di fuggire, scappare lontano.
Un piccolo lampo verso la mia sinistra mi fece voltare: non ero solo, ma chi poteva
muoversi lungo il canale multi dimensionale creato dalle macchine di Odine, sul
ponte di arcobaleno?
Dovevo aver paura?
Forse.
A volte, quello che per noi è lecito e innocuo, per altri si rivela morte certa. Attivai i
campi difensivi della tuta e armai il Graylon. Un leggero ronzio e l'odore di ozono si
diffusero tutt'intorno riflettendosi sulla superficie scricchiolante del Bifrost.
<< Perdonate se Vi ho seguito, Signore…
<< Ma… una donna! - È una ragazza, giovane, ma non troppo.
<< … - La figura luminosa annuì.
<< Come, come fate ad essere qui?
<< Potrei farvi la stessa domanda no? - Sorridendo.
<< Non mi sono spiegato, questo è un Bifrost creato da Odine, creato dalle nostre
macchine e dovrebbe essere protetto da qualunque interferenza, impermeabile
dall'esterno.
<< Quello che vi so dire è che avevo bisogno dei Vostri servigi e sono venuta a
chiederVi se me li accorderete.
Una creatura in grado di traslare attraverso il continuo dimensionale - Pensavo
- E senza la minima conoscenza del suo operato. In fondo, anche io non capisco
cosa mantiene il ponte e come posso trasportarmi da una dimensione ad una altra;
una volta avevo provato a cercare di interpretare le formule di Odine e quando credevo
di aver capito qualcosa, mi sono accorto di averle solo imparate a memoria!
<< Mia signora, posso aiutarvi? - Le mie parole furono quasi un riflesso del suo viso:
era deliziosa ed il suo sguardo invece, bellissimo.
<< Vi chiedo aiutarmi, devo incontrare un uomo che sta morendo.
<< Non mi sono mai tirato indietro; se si tratta di salvare un essere umano…
<< No, non possiamo salvarlo, ma spostare la data della sua morte, questo potremo
farlo.
Assieme percorremmo gli ultimi colori dell'arcobaleno.
foglie
fruscii e segni di cristallo: rugiada.
sottili refoli di brezza attorno a noi
sospiro assente
bifrost
bifrost
è la via, il simbolo che ci conduce attraverso
accanto
infinitamente smisurato
ineluttabile
essenza di Abisso.
Ticchetti irregolari.
il piede si posa ancora su di te, Madre, madre di quale umanità?
Siamo tuoi figli Madre
Per Sempre.
Un movimento tra i rami: uno scoiattolo dalla lunga coda, istintivamente cercai il
braccio della ragazza, che trasalì.
<< Un roditore. - Dissi per rassicurarla.
<< Sì, è uno scoiattolino, l'abbiamo spaventato. - La ragazza si concesse un
leggerissimo sorriso.
Il cielo o meglio, le chiazze che trasparivano tra le fronde degli alberi alti, erano
azzurre.
<< Fuori è ancora giorno; sapete dove dobbiamo dirigerci?
Annuì silenziosa.
La ragazza si diresse verso una piccola radura di smeraldo; man mano che ci
avvicinavamo ad essa, mi sembrava che il suo viso assumesse un pallore sempre
più intenso.
<< Ragazza. - Chiesi. - C'è qualcosa che non va?
<< No, tutto bene. - Sospirò.
Mi sentivo come un giocattolo in mano sua. Lei aveva già deciso tutto, anzi lei sapeva
già tutto - Tutto cosa? Non posso fidarmi di lei, salvare una vita umana, ma di chi?
A che prezzo?
Odine mi aveva detto esplicitamente di non interferire con le popolazioni locali,
c'erano troppe cose che non sarebbero potute rientrare con la mia sparizione, con il
mio ritornare al Castello sull'Orlo del Tempo, era come se qualcosa, un angelo o un
demone...
…Sì, per loro sono una creatura ancestrale, fatta di mito e che non può esistere
nella Realtà. Un ricordo o nulla del genere, un sogno.
Laguna. Laguna, questo nome, cosa significa qui? Cosa succede se una creatura di
una dimensione si trova a vivere in una altra? Odine mi indicò, una volta una
equazione e mi fece vedere una serie di risultati: "qvesta siamo noi, qveste sono
qvelli sotto di noi e qvesti sono qvelli sopra."
E se io mi innamorassi di una ragazza sotto?
"Eh! Eh! Eh! Eh! Due equazioni che zi interzecano! Lasciare stare Laguna, lasciare
ztare. Qvesto è tuo mondo. Qvesto e non altro!"
Mi grattai la fronte, ci sono forse altri modi per capire ciò che accade, per vivere la
stessa esperienza che non sia una matematica quasi perfetta?
La ragazza adesso si muoveva ondeggiando, come stesse per cadere; la superai e
mi posi davanti sorreggendola per le braccia:
<< Ragazza!Prima di fare una altro passo dovete spiegarmi: voi stai male e c'è anche
troppo mistero sulla Vostra richiesta di aiuto.
Le sue labbra esangui si mossero, tremavano, non fecero in tempo ad aprirsi:
rumore di zoccoli sull'erba, un cavaliere stava entrando nella radura dalla parte
opposta a noi; quietamente vi si portò nel mezzo, sembrava, questi, assorto in chi sa
quali pensieri, quando, di colpo, il suo cavallo si imbizzarrì impennandosi e
disarcionandolo.
<< Presto dobbiamo aiutarlo! - Gridai.
<< Non c'è più nulla da fare: è morto. - Disse e sembrava una lama di acciaio
ceramico che si insinuava lentamente attraverso le mie tempie.
La lasciai andare e corsi nella radura, il cavallo si era fermato a pochi metri; vicino
all'uomo, un serpente rosso stava sgattaiolando via impaurito.
Mi volsi a guardare la ragazza che si avvicinava.
<< Aiutatemi, come avete promesso, adesso. - La sue voce adesso era meno gelida,
meno mortale.
<< Ma se è morto…
Si inginocchiò, i suoi capelli scivolarono sul viso dell'uomo.
<< Sarebbe morto oggi ma quello che faremo ora, gli darà ancora un po' di giorni, un
po' di vita.
<< Ha il collo spezzato e non si può riparare qui, se vuoi cercherò di comunicare con
la mia Nave…
<< Orlon… - Sussurrò la ragazza. - Orlon, apri gli occhi, te lo chiedo io…
Le mani della ragazza premettero le guance dell'uomo e iniziarono a pulsare.
<< Cosa?
Una forma, il suo spirito? Forse un Doppelgaenger, un sosia astrale, tremolando si
sdoppiò dal corpo.
Orlon? Orlon, sono io.
<< Orlon, hai vissuto come tanti, senza nulla di veramente importante in te, da
potertene vantare; non sei stato né particolarmente buono, né particolarmente
disonesto.
Sono …morto?!
<< Sì, ma possiamo concederti una dilazione. Possiamo darti ancora altro tempo e
molto di più.
Cosa potete dare ad un morto?
<< La gioia, l'Amore, il senso della vita. Cosa te ne fai della vita se non vivi dentro di te
il suo Senso? Se lo vedi scorrere come un magnifico fiume solo negli occhi di chi ti
ama?
Voi, voi parlate dell'amore?
<< Sì, mille volte sì, Orlon, parlo dell'Amore che risplenderà in te rendendoti
bellissimo e vivo come mai.
Ho una sola domanda da porvi mia Dama: perché questo dono? Siete un demone
che cerca di tentarmi per carpirmi l'anima?
<< No, sono una donna; una donna che cerca l'Amore come tutti e che vuole essere
amata.
La osservai, mentiva sicuramente, in parte: non era una semplice donna, o forse
anche una creatura come lei poteva sentirsi …così umana?
Ma chi era?
Una divinità?
Un demone o, solo una viaggiatrice come me?
<< Non ti vuole fare del male. - Intervenni. - Se volesse la tua anima non ti
chiederebbe il permesso, tu non sei in condizioni di opporti, accetta quello che ti offre,
Orlon.
Siete il suo compagno? Oppure un cavaliere? Parlatemi della vostra terra.
Rivolsi una muta domanda alla ragazza e invece pensai: - Perché non riesco a
chiederle il nome? Quando cerco di pronunciare la domanda, questa di ferma sulla
punta della lingua. Sono veramente un suo strumento? E allora che bisogno ha della
mia coscienza?
Come ti chiami?
Come ti chiami?
Come ti chiami?
Ecco, posa il suo sguardo su di me:
<< Ho bisogno di Voi perché, se lui accetterà, dovrete farlo. - Sorrise, ma i suoi occhi
erano un sentiero di fiordalisi trasparenti.
Poi con un sospiro si alzò lasciando andare il corpo, il Doppelgaenger vibrò all'urto.
Ditemi cosa dovrò fare e Vi seguirò, mia Signora. - Borbottò.
Lei si avvicinò e lo sfiorò:
<< Ti ordino, di andare ad un ballo e di cercare una donna.
Quale?
<< L'unica. Ci sarà solo una donna per te, le altre ti sembreranno ombre fugaci.
Parlate della festa di questa sera? Ci sarei andato comunque.
<< Non ci saresti andato perché sei morto e inoltre ti manca una cosa importante che
devi conservare in te, per lei.
Un oggetto?
<< Un soffio vitale, l'essenza di uno spirito che altrimenti andrebbe perduto. il
Ruach Almars, quello che vive adesso e che deve tornare al Nulla per
riempirsi.
Lei mi prese le mani e mi strinse i polsi:
<< Perdonatemi, nessuno qui potrebbe farlo e io, devo andarmene.
Le sue mani erano un fresco sogno di primavera, un inebriante profumo che
intorpidiva i sensi e le membra; avvertii solo all'ultimo istante, il pulsare ritmico e
gelido del Graylon che si attivava.
<< NO! - Compresi.
L'arma tecno-magica di Odine scattò come una belva e la colpì in pieno dilaniandola.
NOOO!!!!
<< No! No! No, perché, perché?
<< …
<< Non c'era un altro modo? Cosa farà di importante quest'uomo da farvi sacrificare
la vita?
<< …Amerà …e …ne …genererà …una …altra. …Vi sembra …poco?
<< Sì, sì, perché voi, voi ..tu non sei una semplice donna, io lo so, io lo sapevo!
<< …Vi …potevate …rifiutare …avete scelto …come ho …scelto io.
Avevo le mani sporche del suo sangue, lo guardavo brillare. Tremavo. Mi avvicinai allo
spirito, al Doppelgaenger che stava fermo, incuriosito e spaventato:
<< Tu non dici nulla?
…Non so, è ...mi sembra che tutto accada in un altro posto, mi sento così distante
da qui. Ora che lei è morta, mi sento stanco, vorrei dormire, mi sdraierò un poco.
La ragazza rantolò richiamando la mia attenzione:
<< Presto …Laguna, …versate qualche goccia del mio sangue nella bocca di
Orlon …Vi prego o tutto sarà inutile, ...anche la mia morte!
Sporcai le labbra di Orlon: un rossetto bruciante che rattrappì dentro di lui, come un
insetto impaurito.
Rumori osceni si riversarono dalla sua bocca e, lentamente, l'uomo si rialzò,
ignorandoci completamente. Tornai da lei e le presi una mano, era tiepida, fuggevole.
Cosa vedono adesso i suoi occhi? Vive o come un caleidoscopio, la realtà si
frantumerà ad un millimetro dalla sua psiche accarezzandola di pazzia? - Mi rivolsi
ad Orlon, in silenzio:
Ho di fronte a me un Golem? Un mostro di pietra che vive con una carta magica tra
le labbra o un essere umano a cui è data una altra possibilità? Perché, in nome di
quale assurda legge? Vivere per mezzo della Morte.
La ragazza sorrise, quando sentì lo scalpiccio del cavallo che si allontanava.
…Non è di lui che mi interessa - Risuonò una voce dentro di me , la sua
voce!. - ...Del frutto sua unione, è questo che volevo, senza il mio sangue sarebbe
stato vano tutto, anche salvarlo.
<< Una creatura magica?
Se lo vorrà, quando sarà il momento potrà decidere… proprio come avete fatto
voi.
Involontariamente le mie labbra si incresparono.
<< Mi chiedo: abbiamo fatto una azione buona o cattiva, nobile o stolida?
Ah..., sinceramente non lo so, so solo che dovevo compierla.
<< Morire senza sapere se ne vale la pena, che cosa inutile!
Ma appena pronunciata la frase mi sembrò più sciocca del giudizio che avevo dato. Mi
si riempirono gli occhi di lacrime.
La danza di Shiva è il segno del mutamento, Laguna. Il giorno muore per
rinascere, è un moto circolare che ritorna, uguale e tuttavia sempre diverso. ...Vi devo
ringraziare, la mia anima ritornerà alla terra che avevo perduto; ...gli otto spiriti
giocheranno di nuovo con me e, ...forse, tra un tempo non troppo lontano, una nuova
strega assaporerà il mondo...
...Come una sensazione di terrore frammentato, lei si irrigidì dolcemente.
Dopo, non so cosa accadde, lei si trasformò o furono le piante che l'avvolsero. In
breve, nel centro della radura, leggermente in disparte, dove prima era il corpo della
donna, sbocciarono dei fiori.
Il trillo intermittente del microfono adesivo della tuta mi distolse dal cupo pensiero di
lei. Era il dottor Odine, dovevo fare la triangolazione per la rotta dimensionale. Mi
guardai attorno: il cielo era leggermente mutato e le foglie sugli alberi stormivano
nervose, un fiore azzurro mi sembrò ammiccare sereno, una coccinella si posò su di
esso incerta, per qualche secondo ondeggiò al ritmo della brezza e poi riprese il volo.
<< A presto Piccola Maga.