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<<Il mio nome? Quanto tempo è passato dall’ultima volta che mi hanno fatto questa domanda, anni, secoli, millenni forse.>>,

<<Allora vuoi dirmi o no come ti chiami? Chi sei, cosa vuoi da me?>>,

<<Chi sono? Non sono figlio di nessuno. Non sono padre di nessuno. Non sarò un cumulo di lettere su una lapide.>>

<<Ciò che dici è triste, è tutta qui la tua concezione dell’esser vivi?>>

<<Tristezza, gioia, dolore, felicità… quanto a lungo ho desiderato queste sensazioni sul mio corpo impalpabile.>>

Aeris si strinse nelle spalle e fece per allontanarsi, ma quella presenza indefinita la sfiorò con un braccio e le fece segno di restare.

<<Aspetta, non andare è da tanto che ti aspetto, è da quando sei nata che ti guardo.>>

<<Ma insomma, si può sapere cosa vuoi? Guarda che mi sto spazientendo, anche se qui non c’è nulla da fare qualsiasi cosa sarà meglio che continuare questo dialogo senza senso.>>

<<Cosa voglio o cosa avrei voluto?>>

<<Senti non so chi sei, da dove vieni e perché sei qui, solo una cosa è certa sei un essere assurdo. Cosa vuoi, cosa avresti voluto qual è la differenza?>>

Una strana sensazione avvolse il corpo della ragazza, il tepore d’un vento d’oriente s’accompagnava alla melodia dolce e delicata d’un ruscello che scorre gioioso nel suo letto. Poi il cielo si fece nero d’un cupo impenetrabile, l’acqua limpida e cristallina si fece del colore del sangue, i pesci divennero cumuli d’ossa e gli alberi rinsecchirono. La giovane si guardava intorno impaurita e prese ad urlare, ma dalla sua bocca non usciva alcun suono, era come se qualcosa di terrificante le ostruisse la gola. La presenza invisibile cominciava poco a poco a prendere forma, un aspetto terribile, ali di fuoco sgargianti si estendevano oltre il torso, un volto deformato dalla rabbia era sormontato da increspati capelli color della notte, gli occhi invasi dal sangue di vittime innocenti ed il corpo scheletrico sorretto da zampe artigliate. Una voce cupa, cavernosa proruppe dall’essere spaventoso:

<<Allora, hai visto il mio aspetto? Ti piace il mio regno? Ecco cosa sono, ecco quello che avrei voluto.>>

<<Tutto questo è il tuo mondo, povero illuso ed è la disperazione ed il dolore di questo inferno che desideri più di ogni altra cosa? Davvero questa è la tua massima aspirazione?>>

La terrificante figura si mosse verso la ragazza, ad ogni passo il suo aspetto mutava, diventava via via più mostruosa, la sua esistenza feriva la vita, le sue parole erano un oltraggio per tutti gli esseri viventi. La creatura si avvicinava sempre più, quando fu a pochi passi dalla Ancient fece per colpirla, ma dietro la sua mano il paesaggio mutava, il cielo tetro diventava d’un azzurro limpido, l’acqua tornava limpida e la vita tornava nei pesci, negli uccelli e negli alberi, era il paradiso in terra. Anche quello strano essere stava cambiando sotto gli occhi esterrefatti di Aeris, il corpo mostruoso s’aggraziava man mano fino a diventare perfetto, le ali demoniache dapprima si ritrassero per poi adornarsi di candide piume d’angelo, i capelli si schiarirono fin quando si dorarono, e quello che doveva essere un pugno od uno schiaffo divenne una carezza leggera sulla guancia della giovane.

<<Questo è il mio aspetto, questo è il mio regno ed è questo quello che avrei voluto.>>,

disse la meravigliosa visione, oramai Aeris era completamente allo sbando, era confusa, la stessa cosa che pochi attimi prima era un demonio che bramava la morte e la distruzione dell’intero universo era ora divenuto un angelo che professava l’amore. Tutto ciò era assurdo e la piccola maga non ci mise molto ad esternare i dubbi che la stavano facendo impazzire.

<<Non c’è alcun senso logico in ciò che è successo, cosa sei veramente? Perché mi mostri due aspetti di te tanto diversi tra loro?>>.

L’essenza fece un sorriso benevolo e si chinò a cogliere un fiore che porse con delicatezza alla sua ospite poi le volse le spalle e ricominciò a parlare:

<<Mia piccola amica, quello che ti ho mostrato ha un senso molto profondo invece e tu lo sai.>>,

<<???>>,

<<Fingi di non conoscere il motivo che mi ha spinto a questo eh? D’accordo allora mi spiegherò, anche se penso che non ce ne sia bisogno.>>.

Il paesaggio circostante mutò nuovamente ed assunse ancora una volta i contorni sfumati del Luogo, riapparivano le figure di Zack che le stava vicino e degli altri trapassati che la guardavano con indifferenza. Poi quell’invisibile presenza continuò il suo discorso:

<<Da quando sei giunta qui hai sempre maledetto la tua esistenza passata, perché a tuo dire non ti ha permesso di godere dell’amore, ripensando alla tua vita spesso hai sperato che fosse stato solo un sogno di cui ci si dimentica in fretta, per non accettare quella che definivi tristezza della vita avresti preferito non vivere.>>,

<<Come fai a sapere queste cose e poi vuoi spiegarmi cosa c’entra con quello che mi hai mostrato?>>,

<<Ti ho guardato, per tutto questo tempo ho guardato te ed i tuoi pensieri. Ad ogni modo i due mondi che hai visto simboleggiano la vita stessa. Ed è quella che io avrei voluto, sia che fosse stata bella come il paradiso o terrificante cento volte più dell’inferno io avrei voluto sentirmi vivo. Avrei voluto nascere, invecchiare, avere paura, essere felice, vivere e morire, avrei voluto tutto questo ma mi è stato negato.>>.

I due ragazzi l’uno appoggiati all’altra erano rimasti senza parole, quella cosa stava dicendo cose che non avevano mai udito e che consideravano impossibili fino a pochi istanti prima, eppure in quella voce misteriosa c’era troppa tristezza per mentire.

<<Piccola mia voglio farti un ultimo regalo prima di lasciarti per sempre ecco è lì davanti a te prendilo è tuo.>>

proprio fra le mani della ragazza si stava formando un diamante grezzo di rara bellezza, in esso si potevano vedere immagini dei due mondi precedentemente visitati dalla Ancient.

<<Questo è per ricordarti che la vita bella o brutta che sia è un bene prezioso, tienilo sempre a mente mia cara.>>,

<<Non vuoi proprio dirmi chi sei?>>,

<<Un refolo di vento che ti abbraccia leggero… la morte.>>