Aeris cercò invano di comunicare con la presenza che percepiva oltre la barriera.
Può un muro esser una porta o una speranza?
Dal mio cuore scorrono suoni e note che giungono fino alle orecchie e esplodono dentro il cranio
Come delle dita affaticate e inermi.
Il sapore della terra ritornava, a volte anche in quel luogo. Il tell indicava segni marini e sotto i suoi piedi si frantumavano migliaia di conchiglie antiche, fossilizzate.
- Non c’è vita qui?
- Sono un incantatore
- Cosa sei? Un registratore? Un computer?
- …
- In questo modo non passerai il test di Turing, sai?
- Sono un incantatore
- Almeno cambia il tono della tua voce…
- … - rumori distorti e vecchi: stantuffi e ozono traspiravano dalla barriera.
- Un complesso meccanico? Una volontà elettronica, cosa desidera da me?
Aeris si inginocchiò appoggiando la fronte alla barriera, sottili scariche elettriche la circondarono.
-Si sta surriscaldando, forse un cortocircuito, come se io fossi qualcosa al di là delle sue possibilità.
Forse sono la reificazione di un desideri nato anche questo, come il mio, dall’amore. Cosa può amare un servomeccanismo? Che sogni possono nascere da una sequenza di bit? ..e io che sogno posso avere, io che sono meno di un essere umano, che non sono né morta né viva? Che ancora dentro di me posso percepire la lama ostile di Sephirot? Ho cercato invano la cicatrice o almeno la ferita di quell’episodio. Ricordo benissimo di essere stata uccisa, è stato come se si spegnesse la luce all’improvviso e tutto svanisse. Finito, nulla più. Nessun pensiero, è la condizione della morte? È il Nirvana che cercano i figli di Krishna? una vita di privazione e il desiderio di annullarsi nell’essenza totale. Come può uno scoglio arginare il mare? un ciottolo nel cosmo può percepire l’infinito?
Aeris socchiuse gli occhi
– Sì, può. L’infinito è il tutto e posso percepirlo, perché questi è… - Una sorda lacerazione metallica la scosse dai suoi pensieri. La barriera improvvisamente cedette, sparì con la consistenza di un raggio di luce paludosa. Si senti cadere: mise le mani in avanti per proteggersi il viso. L’urto non fu violento. Scariche statiche e l’odore di ozono la investirono sibilanti mentre scivolava tra i detriti meccanici nel cuore del tell.
- sono un incantatore – disse infinitamente stanca la voce
- Sì, lo so – rispose Aeris.
- Ho fatto un sogno, tanto tempo fa.
- Anche io, non credo che sia il medesimo. – rivolgendosi ad una figura seduta su di una struttura litica a forma di trono.
- Forse abbiamo sognato nello stesso momento con la stessa intensità
- Io sognavo l’amore
- …Io sognavo la vita, non è amore anche quella?
- La vita mi è stata tolta come uno straccio da una creatura piena di sofferenza e di rancore.
- Non ho mai avuto una vita, solo una serie infinita di stati che si evolvevano e che non erano quasi mai gli stessi, sono passato dallo stato digitale a quello analogico nella speranza di assomigliare agli antichi… non credo di essere andato oltre il semplice stato di: copia, falso. Non è bello essere una copia, un doppione sradicato da n contesto che lo faccia sentire vivo.
- La vita non la puoi spiegare.
- La vita è una menzogna. Sentirsi vivi è solo una sensazione inventata dalla moltitudine per avere qualcosa in comune per non sentirsi soli, abbandonati.
- Io non voglio essere sola.
- C’è differenza se ti senti sola e se invece non lo sei? Che cosa ti dice la tua piccola mente se invece di esserlo tu ti sentissi sola?
- Mi stai annoiando, non ho mai amato le macchine e quelle che sono chiacchierone poi…
- …
- Me ne vado.
- Molto brava a sfuggire da te stessa.
Aeris, si sentì avvampare, notò che dalla figura usciva un filo elettrico. Sì avvicinò alla spina e:
- …Buona notte!